La fondatrice - Madre Anselma Viola

Anselma Viola nacque a Falvaterra (Fr) il 10 aprile 1892, la prima di otto figli. Le fu dato il nome di Palmira, perché venne al mondo la Domenica delle Palme. I suoi genitori, Gaetano Viola e Felicita Delle Fratte, erano di umili origini: lui abile ebanista, riconosciuto nel paese come artista di grande talento; lei madre e moglie esemplare. Entrambi ricchi di fede e nella fede, fin da principio, educarono i loro figli. Una bella famiglia, quindi, povera dinanzi agli occhi del mondo ma ricca di valori umani, con tanti virgulti in crescita. Palmira, primogenita, li aveva visti nascere tutti e fu per i suoi fratelli e sorelle una seconda mamma, attenta e premurosa. Nonostante l’impegno che si assunse in casa, al fianco della madre, non trascurò gli studi fino alle scuole dell’obbligo, studi che portò avanti con grande impegno e buoni risultati. Superò quindi l’età della fanciullezza tra la casa, la piazza, la chiesa, la scuola ed entrò nell’età adulta. Era ciò che oggi definiremmo una brava ragazza, tranquilla, senza grilli per la testa, spigliata ed equilibrata nei rapporti con gli altri, in grado di superare le prove che una vita di sacrifici ti pone dinanzi, con una particolare forza, da attribuire, con il senno di poi, ad una profonda vita spirituale…e tutto può accadere quando un cuore giovanile prende calore alla fiamma discreta dei tabernacoli di Dio. Palmira attinse dalla sua terra vita ed energia fino all’età di 23 anni, coltivando in cuor suo il desiderio di rispondere con un SI’ fiducioso alla chiamata che il Signore le aveva riservato.

 Nel 1912 aveva visto partire suo fratello Luca e l’anno seguente vestire l’abito di religioso passionista. “E perché negarlo? Una spinta fortissima alla mia vocazione mi venne, fui scossa”. Trascorsero ancora alcuni anni, e furono di attesa ansiosa, di esercizio ascetico e di preghiera. Quando tutto fu pronto, strinse in un grande abbraccio i familiari, la sua terra, i monti dov’era nata: e partì. Era il 13 gennaio 1915.

“Una povera figlia del popolo, senza istruzione e senza ricchezze”, all’età di 23 anni, partì dalla sua terra diretta a Roma, per entrare nell’Istituto delle Figlie di Sant’Anna, dedito soprattutto all’educazione dei giovani e alle opere caritative. Vi approda con un unico desiderio: realizzare le beatitudini del Regno accanto ai piccoli e ai poveri. In Europa divampa la Grande Guerra e scendono le tenebre della morte. Nel cuore di Palmira brucia la fiamma dell’Amore, pronto a combattere per promuovere alla vita vera le creature più umili e indifese. L’ardore di questa giovane non passò inosservato, e, ancora novizia, nel 1916, fu inviata in missione a Lima, in America Latina. “Senza nemmeno comprendere cosa fossero le missioni…”, Palmira è catapultata in un mondo nuovo, così diverso dal suo paese, Falvaterra. Ma non è il disorientamento ad avere il sopravvento. Già nella novizia si delinea qualcosa del suo futuro carisma di fondatrice, con una spiritualità che si direbbe d’attacco, un po' battagliera; e come potrebbe essere altrimenti in mezzo alla povertà e alla desolazione che regna in America Latina. Di fronte alla fame di Dio e di carità, Palmira intuisce più profondamente la stretta unione tra Gesù e il sofferente: nel volto di ogni uomo che incontra vede il Suo volto. E con questo spirito, nel fluire di una conversione continua e dinamica, Palmira emise i voti temporanei il 26 luglio 1917. Da allora sarà suor Anselma.

La professione perpetua avverrà invece otto anni dopo, il 26 luglio 1925. Il primo compito affidato a suor Anselma appena professa perpetua fu quello di maestra delle novizie, il che denota la stima di cui ella godeva presso le consorelle. In seguito, ammalatasi gravemente, entrò in un ospedale dove operavano le stesse Figlie di Sant’Anna e vi rimase anche dopo la guarigione, dedicandosi al servizio dei malati. Completamente ristabilita fu nominata direttrice e superiora del grande Collegio di Sant’Anna a La Paz, in Bolivia. Qui emersero le sue doti umane e la capacità organizzativa, nonché il suo approccio moderno e all’avanguardia nel campo dell’insegnamento. Dette infatti molta importanza al gioco, al teatro, alla danza e fece inserire ufficialmente l’insegnamento religioso nei programmi scolastici. Il collegio funzionava molto bene e la comunità delle suore era amata ed apprezzata dalla gente. In quegli stessi anni, suor Anselma perfezionò i suoi studi, conseguendo il titolo di maestra. Madre Anselma sarà maestra a La Paz fino alla clamorosa decisione di uscire dalle Figlie di Sant’Anna. Non si trattò di un colpo di testa, ma di una scelta compiuta con coscienza alla luce di un profondo e aperto dialogo con lo Sposo. Scrive a proposito che la vocazione non è cristallizzata in una forma immobile, ma è un “Tu” che, nella trama della vita, chiama e ri-chiama continuamente l’anima a risposte nuove ed originali. Non disporsi alla risposta significherebbe amare la propria vocazione più di Dio. Nello specifico, vedendo la condizione delle popolazioni sud-americane abbandonate, le chiese deserte, i preti compromessi, ella avvertiva che Dio la chiamava ad essere suora nomade, apostola itinerante del Vangelo annunziato nei tuguri degli umili. Maturò così la sua decisione: “Verso il 1936-37 cominciai a sentire un’ispirazione per uno stato di vita più perfetto…, dedicato specialmente all’adorazione, all’insegnamento del catechismo e al culto di Gesù Sacramentato…, e cercai di seguirla.” 

Madre Anselma Viola

Tornò in Italia, straniera nella sua stessa patria. 

Grazie all’aiuto di padre Nicola Monaco, dal 1939 si attuarono una serie di tentativi di insediamento di una comunità pioniera per la nascente congregazione. Ma i fallimenti si susseguirono regolarmente, ad Aversa (Ce), a Pozzaglia (Ri), a Licenza (Roma). Infine, nel 1941, un raggio di sole illumina Collalto Sabino, in provincia di Rieti, dove l’Opera mette radici con l’apertura della Casa Madre della congregazione, Santa Maria, dedicata quindi alla Madonna, a cui così Madre Anselma si rivolge: “Tu sei Mamma e come tale ti prenderai cura di noi e ci aprirai il cammino…, ci indicherai la volontà del tuo divin Figlio…, e sarai la nostra guida in questo duro combattimento”. In piena guerra fu riaperto l’asilo, infusa nuova speranza nella popolazione, riaccesa la fede. Non senza difficoltà, la comunità cresceva e attraeva nuove ragazze, pronte a donare la propria vita per l’evangelizzazione e la cura dei più poveri e abbandonati. Il tutto grazie alla consolazione e all’energia che viene dalla preghiera e dal continuo dialogo con Gesù Eucarestia. Nel 1943 fu fondata una seconda casa a Cascano di Sessa Aurunca (Ce) e l’entusiasmo intorno alle figlie spirituali di Madre Anselma continuava a crescere: “Vedo il nostro apostolato gradito alla Chiesa ed al popolo che sempre e dovunque ci vuole bene. E’ vero che il plauso è anche pericoloso, perché potrebbe farci insuperbire, ma sappiamolo offrire al Signore, autore di ogni successo, e, perché sia a lui gradito, cerchiamo di fare il bene sena troppo rumore.”

Nel 1949 giunse l’approvazione diocesana da parte del vescovo di Rieti Monsignor Luciano Migliorini, infondendo nuovo entusiasmo e una forte carica emotiva nell’Opera, che dal 1944 aveva assunto definitivamente il nome di Suore Missionarie Catechiste di Gesù Redentore.

Con nuovo slancio, tra il 1950 e il 1976, altre comunità sorsero a Rieti, Roma, Cassano Jonio (Cs), Oriolo e Montegiordano (Cs). Infine il sogno di Madre Anselma approdò oltreoceano, in America Latina, prima in Uruguay (1980), poi in Argentina.

In questi anni la fondatrice continua ad irrorare con la propria linfa spirituale le sue figlie, in qualità di Superiora Generale dal 1958 al 1964, poi come costante punto di riferimento e lampada sempre accesa ai piedi del Santissimo Sacramento, in perenne intercessione per la crescita di quel dono che il Signore le aveva fatto e che si era trasformato in dono per la Chiesa tutta. 

Madre Anselma Viola

Madre Anselma Viola si spense il 9 gennaio del 1983.

La sua tomba è custodita nella Chiesa della Piccola Lourdes a Roma.

L’anno successivo, il 2 febbraio 1984, fu emanato il Decreto di approvazione pontificia della congregazione.

Il Carisma

 

Informazioni biografiche più dettagliate possono essere gratuitamente richieste mediante l’apposito modulo disponibile nella sezione CONTATTI.

La vita di Madre Anselma e del suo istituto è disponibile anche in formato video al seguente link

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